55° anniversario della tragedia di Mattmark

Quest’anno la commemorazione si è svolta in forma ridotta a causa del maltempo e la messa è stata celebrata da padre Costante Facoetti nella Cappella Zermeiggern Saas Almagell a circa 4km dalla diga. Alla cerimonia era presente anche Maria Testa infermiera, che all’epoca contribuì a prestare i primi soccorsi.
Nel 1965 nella località Svizzera di Mattmark centinaia di operai, soprattutto stranieri, erano impegnati a costruire la diga più grande d’Europa in terra battuta.

Il 30 agosto, alle 17.15 l’Allalin si mise in moto e un blocco di circa due milioni di metri cubi di materiale si staccò e cominciò una letale discesa travolgendo tutto ciò che incontrava sulla propria strada, compresi uomini e donne. Le vittime furono ottantotto, di cui cinquantasei italiane.
Ilario era li che lavora con il suo bulldozer e vide passare a pochi metri l’enorme valanga assistendo impotente al seppellimento, sotto uno strato di decine di metri di ghiaccio, degli alloggiamenti sottostanti. Si adoperò immediatamente, assieme ad altri operai rimasti illesi, a prestare i primi soccorsi ma l’enorme massa di ghiaccio venne spostata solo dopo diversi giorni utilizzando appositi mezzi meccanici.
Nel ricordo indelebile di Ilario rimane il dolore per la scomparsa di tanti amici come i friulani Alessio Cecconi e Luciano Specogna di Toreano e Mario De Cella. "Nel cantiere” ricorda Ilario “eravamo come una grande famiglia. Eravamo tutti uniti, italiani, svizzeri, turchi e tante altre nazionalità, senza distinzioni… Porterò dentro di me tutto questo finché vivrò...”.