Condotto da Michele Morassut con la partecipazione del presidente Gino Gregoris e della vicepresidente Luisa Forte, ha visto le interviste a 12 friulani di recente emigrazione, ovvero che sono partiti fino a un massimo di 15 anni fa.
Tra le visioni emerse nelle chiacchierate quelle con Gianni Cereser, originario di Prata di Pordenone, invece in Danimarca lavora come web designer per una banca a Copenaghen: ha consigliato ai giovani, che purtroppo troveranno ancora meno opportunità di lavoro a causa della crisi economica derivante dal coronavirus, di mettersi in gioco, a partire da tante cose che si possono imparare frequentando corsi online.
Il pordenonese Luca Pascotto ha raccontato la sua esperienza alla Federazione internazionale dell’automobile, sede di Bruxelles, dove si occupa di politiche internazionali per la sicurezza stradale: per lui quello post covid- 19 sarà un mondo che deve puntare ad avere più innovazione e meno burocrazia. Sempre nella capitale belga lavora per l’Unità spaziale dell’Agenzia europea della ricerca il pordenonese Fabio Vitobello: ha raccontato come in quella realtà essere giovani non è un limite ma che anzi dai giovani si aspettano proposte nuove.
Luigi Bernardis, avvocato che si divide tra Londra e Zurigo, ha raccontato come mantiene i legami con la sua Pordenone e dato utili consigli per gli deve rimanere nel Regno Unito non appena la Brexit sarà completata.
Le risorse umane sono l’ambito di lavoro di Luca Boer, originario di Tamai di Brunera e che ora opera a Madrid, il quale ha raccontato di come viva la sua famiglia dalla vocazione europea.
Da Miami invece il pordenonese Massimiliano Teia ha raccontato il suo lavoro da avvocato per un casinò gestito dalla tribù dei Seminole, abitanti nativi della Florida.
A Londra, la manager della Princess of Wales Conservatory, serra dei celebri Royal Botanic Kew Gardens è l’azzanese Elisa Biondi: si prende cura delle piante tropicali e della loro conservazione.
Valeria Anzolin, partita da Roveredo in Piano per lavorare a Parigi, si occupa invece di effetti speciali e ha raccontato come voglia un’Europa sempre più unita per la figlia appena nata.
A Stoccolma il pordenonese Massimiliano Sacco si occupa delle risorse umane del colosso americano dei videogiochi Electronic Arts e ha fornito interessanti spunti su come la Svezia abbia gestito l’emergenza Covid-19.
Sempre in Svezia lavora alla Business school di Jönköping come professore associato Massimo Baù di Cecchini di Pasiano, che ha analizzato parallelismi sulle aziende di famiglia italiane e scandinave.
Il pordenonese Simone Battiston a Melbourne, in Australia, insegna storia contemporanea e ha fatto un excursus sulla sua esperienza ventennale laggiù.